Lunedì 19 gennaio al Palazzo della Borsa di Genova con la presenza delle autorità e di molte realtà economiche, associazioni culturali, agricole e eno-gastronomiche liguri e nazionali, la Liguria ha espresso ufficialmente e nella sua collegialità l’intenzione di candidare la Produzione di Pesto al Mortaio a “bene culturale immateriale” dell’UNESCO. Questa decisione è intervenuta dopo un approfondimento degli aspetti storico-culturali della produzione popolare del Pesto Genovese e la verifica informale delle procedure previste dall’UNESCO. Siamo solo agli inizi del percorso ma la grande e partecipata adesione all’incontro pubblico voluto da Regione Liguria, Comune di Genova e Camera di Commercio di Genova, e organizzato dalla Associazione Culturale dei Palatifini, ha rappresentato già di per sé una forte dimostrazione di volontà e una garanzia di serietà.

Paolo Odone, Presidente Della Camera di Commercio, dopo i saluti di benvenuto, ha sottolineato l’importanza della produzione di Pesto Genovese per l’economia ligure e in particolare gli effetti benefici sulla produzione agricola perché il basilico genovese DOP è sempre più richiesto come ingrediente determinante per la produzione del Pesto di qualità. Ogni iniziativa volta ad alzarne l’immagine non può che essere benvenuta.

Le eccellenze della Liguria come il Pesto, ha sostenuto Angelo Berlangieri, Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Liguria, valorizzano il territorio nel suo complesso. Questa la ragione per cui la Liguria ha deciso di portare il Campionato del Mondo di Pesto al Mortaio all’Expo di Milano, dedicato all’alimentazione, coinvolgendo nell’iniziativa le nazioni partecipanti. Si tratterebbe di una iniziativa di comunicazione e promozione della nostra regione di altissimo livello, senza precedenti.

Carla Sibilla, Assessore alla Cultura, Turismo e Promozione della città di Genova, ha sottolineato come il Pesto sia l’ambasciatore ideale della nostra terra perché sta nel suo DNA, nella storia, nella cultura, nella qualità della vita. Il riconoscimento UNESCO ne sottolineerebbe l’unicità e incentiverebbe la difesa delle tradizioni, ma contemporaneamente testimonierebbe il valore universale della nostra salsa verde.

Gli interventi successivi hanno approfondito in primo luogo gli aspetti procedurali e i contenuti della domanda da proporre, attraverso gli appositi uffici governativi, al Comitato dell’Unesco, in particolare le iniziative di coinvolgimento della comunità ligure e le misure di salvaguardia del bene (Sergio Di Paolo, Associazione Culturale Palatifini). Sono seguiti altri interventi intorno al tema Pesto che hanno ulteriormente rafforzato le ragioni dell’ambizioso obiettivo che ci siamo posti. Sergio Rossi (esperto cucinosofo e di storia dell’alimentazione) ha effettuato una breve storia della ricetta del Pesto al mortaio risalendo dai tempi più antichi alle moderne ricette. Luca Spigno, medico e specialista in scienza dell’alimentazione, ha descritto le qualità organolettiche e di salubrità del Pesto che ne fanno un alimento unico. A seguire Enrico Gollo presidente dell’ADI (Associazione Design Industriale) che ha presentato il concorso internazionale di design industriale del mortaio per produrre il pesto che si chiuderà nei primi mesi dell’anno. Ha concluso i lavori Roberto Panizza (Associazione Culturale Palatifini) sottolineando il valore della condivisione degli obiettivi che sta alla base di ogni iniziativa di successo, così è stato per il Campionato Mondiale e così sarà per la richiesta che il Pesto al Mortaio diventi patrimonio dell’umanità. A latere del convegno è stato allestito, a cura di Mario Valle, un tavolo con gli ingredienti base del Pesto Genovese e con alcuni mortai storici, i protagonisti silenziosi dell’evento.